Caduti Agerolesi nella Prima Guerra Mondiale

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“Chiamati lontano dalla Patria in armi, questi poveri figli lasciarono le loro casette

sperdute tra i monti, abbandonarono i campicelli e le famiglie quasi prive di risorse e vennero su nelle ricche contrade che il nemico mirava dall'alto, bramoso di conquista e di strage. Percorsero tutta la penisola verdeggiante e sostarono nelle trincee scavate nella roccia e bagnate di sangue. Fieri e indomiti, cresciuti nella religione del dovere e del lavoro, non conobbero la viltà, non coltivarono nell’animo gagliardo il germe della fiacchezza: alla Patria in pericolo consacrarono tutta l’energia dei loro rudi cuori, tutto il vigore delle floride vite. Apparivano selvaggi, ed erano pieni d’affetti nobilissimi; sembravano diffidenti, e aprivano tutto il loro animo a chi sapeva guadagnarsi il loro amore; all’ingenuità e al candore quasi puerile, univano il coraggio e la risolutezza dei forti. Un piccolo servigio, una cortesia usata loro, ve li rendeva fedeli fino ad affrontare per voi con indifferenza il pericolo.” da un Manoscritto del sottotenente Adolfo Zamboni 3

“Chiamati lontano dalla Patria in armi, questi poveri figli lasciarono le loro casette

Introduzione

Due colpi di cannone dal Forte Verena alle 4 del mattino del 24 maggio 1915 e l’Italia entrò in guerra. Un milione e 300mila morti, centinaia di migliaia di feriti e mutilati, fu il tragico risultato di una guerra di trincea iniziata proprio quella notte dall’imponente fortezza collocata sulla sommità di una montagna vicentina a ridosso del “confine” con l’Austria. Con un anno di ritardo rispetto alla dichiarazione di guerra austriaca del luglio del 1914, l’Italia diventò parte attiva del conflitto mondiale. La Grande Guerra, con tutto il suo carico di morti, tragedie e devastazioni, era già in corso da dieci mesi quando l’Italia abbandonò la neutralità e si schierò al fianco delle forze dell’Intesa contro gli ex alleati dell’Impero Austro-Ungarico e della Germania. Nonostante la maggioranza della popolazione fosse contraria alla guerra, a prevalere furono le posizioni di chi premeva per la partecipazione al conflitto. La Prima guerra mondiale lasciò in tutta Europa un'eredità di milioni di morti e lo scopo di questa ricerca è ricordare il grande lutto che colpì la nostra Agerola durante il primo conflitto mondiale e sottolinearne l'importanza civile e il valore di testimonianza. Nel corso del conflitto persero la vita molti nostri compaesani, alcuni in battaglia, altri a seguito di malattie contratte nei campi di prigionia per gli stenti, il freddo e la fame. Riteniamo, perciò, doveroso tramandare il ricordo di questi nostri "eroi loro malgrado" affinché il loro sacrificio non sia stato inutile e perché le giovani generazioni riflettano sull'inutilità e sulla stupidità di tutte le guerre. Su richiesta del Sindaco, Prof. Luca Mascolo, ho cercato di ricostruire, in queste pagine, le storie di alcuni di loro per i quali sono riuscito a reperire documenti ed informazioni da fonti edite e presso numerosissimi archivi storici (Tribunali, Comuni, Distretti militari e Capitanerie di porto, Associazioni d’Arma, Ospedali, C.R.I., gli Archivi Segreti del Vaticano, ecc.) e logicamente l’Ufficio Anagrafe del Comune di Agerola (Grazie, Adriana e M. Rosaria !!) . Questo lavoro contiene i nomi, i dati anagrafici, le circostanze e la località della morte dei nati o domiciliati nella nostra città, caduti o dispersi in guerra o per cause di guerra nel primo conflitto mondiale. Il Sindaco ha voluto questo riconoscente omaggio alla memoria di tutte i caduti in guerra agerolesi scomparsi nel turbine delle battaglie, nei campi di prigionia, nelle sabbie dei deserti, nei mari e nell’aria e in particolare di quanti fra questi non poterono avere degna sepoltura , quelli che vengono definiti “ CADUTI SENZA CROCE “, per ricordarli sul monumento ai caduti. Inoltre, laddove possibile, abbiamo riportato un breve sunto degli eventi bellici per meglio comprendere le cause della scomparsa dei militari agerolesi. Questa ricerca rappresenta, con la ricchezza dei dati offerti, un’ampia documentazione storica sui caduti agerolesi della prima guerra mondiale e un indispensabile strumento di lavoro per ulteriori ricerche. Agerola , novembre 2015 Francesco Cuomo 4

Introduzione

AGEROLA APPARTENEVA AL DISTRETTO MILITARE DI NOLA

Questo Comando Militare fu istituito con R.D. emanato da Gioacchino Murat con il numero d'ordine 661. Nola era stata elevata a Centro di Distretto della Provincia nel 1810 di Terra di Lavoro, e come tale contava 37 Comuni che più tardi scesero a 23 con la creazione della provincia di Avellino. Nel 1870 con Regio Decreto furono soppressi i 59 Comandi Militari di Provincia preesistenti, ed il territorio del Regno venne ripartito in 45 Distretti Militari, incaricati delle operazioni di reclutamento, mobilitazione ed istruzione delle Classi di leva: Detti Distretti vennero suddivisi in tre classi. Nel 1871 con un altro R.D. del 5 marzo, il numero dei Distretti fu portato a 53, poi a 62: 2 di prima classe, 22 di seconda e 29 di terza. Nel 1877 con Legge del 22 marzo il numero dei Distretti M. fu portato ad 88 ed una Legge del 17/7/1911 stabilì che essi funzionassero solo come organo di reclutamento. Il Distretto di Nola fu uno dei Distretti ad essere costituiti dopo l'Unità d’Italia (forse il primo), cui fu attribuito il numero di 80, : aveva una estensione di circa 960 km quadrati ed una giurisdizione su 54 Comuni, ed era uno dei pochi di II Classe non Capoluogo di Provincia. Fu abolito, il 1 luglio 1960. Ebbe come motto "Surgit Undis" 5

AGEROLA APPARTENEVA AL DISTRETTO MILITARE DI NOLA

ED AL COMPARTIMENTO MARITTIMO DI CASTELLAMARE DI STABIA

Da secoli, Castellammare è legata alla Marina, a cominciare dall’Armata di Mare, passando per la Regia Marina per approdare alla Marina Militare. Migliaia di cittadini del Compartimento hanno servito, in pace ed in guerra, sulle navi e nelle postazioni a terra, indossando il solino blu. Centinaia di essi sono morti e riposano in fondo al mare ed altrettanti sono stati decorati per episodi di valore legati principalmente alla solidarietà che tra la gente di mare trova la sua massima espressione. 6

ED AL COMPARTIMENTO MARITTIMO DI CASTELLAMARE DI STABIA

ALBO D’ORO

Caduti e dispersi in Guerra 1915-1918 7

ALBO D’ORO

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ACAMPORA ANTONIO DI MICHELE

Soldato 216° reggimento fanteria, nato il 18 dicembre 1894 ad Agerola, morto l'11 settembre 1915 nell'ospedaletto da campo n. 217 per malattia. Cividale - l´Ospedaletto da campo della Sanità n. 217, ACAMPORA FRANCESCO DI LUIGI Soldato 240° reggimento fanteria, nato il 9 ottobre 1889 ad Agerola, disperso il 23 ottobre 1917 sul Medio Isonzo in combattimento. La notte è cupa e tenebrosa. Al mattino c'è pioggia in basso e nevischio in alto. In fondo valle grava una fitta nebbia. Gli Austro-Germanici hanno predisposto una combinazione di tre mezzi da impiegare preventivamente all'inizio dell'assalto delle fanterie: il massiccio bombardamento di artiglieria con tutti i calibri e con le bombarde, un utilizzo indiscriminato di gas sia per mezzo dei proiettili di cannoni sia con l'emissione diretta attraverso speciali tubi di lancio, e infine lo scoppio di mine sotto determinate posizioni della prima linea italiana. Il bombardamento di artiglieria dura complessivamente quattro ore con l'intensità maggiore diretta sulle seconde linee, le retrovie, gli osservatori ed altri punti vitali. Iniziato alle ore 2.00 e interrotto alle 4.30, riprende alle 6.30 con un fuoco di distruzione che termina tra le 7.30 e le 8.00. Nel primo periodo, tra le 2.00 e le 4.30, sono sparati anche i proiettili a gas. Le mine scoppiano poco prima dell'assalto delle fanterie, che scattano tra le 7.00 e le 9.00. Il bombardamento a gas non provoca molti danni. Il fondo valle si cosparge dei fuochi accesi dagli Italiani per favorire la dispersione del gas. Ma nella conca di Plezzo il bombardamento agisce in modo micidiale per l'utilizzo di un gas particolare: 1.000 tubi alimentati da 2.000 bombole immettono verso le posizioni italiane acido cianidrico ad alta concentrazione contro il quale nulla possono le maschere a gas in dotazione. 1.800 uomini schierati in ricoveri e caverne, sono sterminati: superstiti 12 ufficiali e 200 soldati. 9

ACAMPORA ANTONIO DI MICHELE



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